IL NOSTRO PERSONALE OMAGGIO A PIETRO PAOLO MENNEA… Era il nero bianco
… E QUELLO DI EMANUELA AUDISIO (da “Repubblica” del 3.6.2012)
“… E record a Città del Messico. Mennea aveva 27 anni, nei 200 metri era in corsia 4, la pista era consumata. Alle Universiadi nei giorni precedenti era comparsa la scritta Petro Menea, il suo nome storpiato, senza i e n, errata anche la nazionalità, francese. «Ero come un viaggiatore che stava per partire. Ogni corsa è un viaggio. Mi chiedevo: ho preso tutto? Ero alla ricerca di un tempo, troppe volte perduto. Pensai fosse la volta buona. Remai un po’ in curva, controllai la sbandata all’ entrata del rettilineo, non smisi di spingere, stavo andandoa trentasei chilometri all’ ora con le mie gambe. Corsi i primi cento in 10′ ‘ 34 e i secondi in 9′ ‘ 38. Arrivai con sei metri di vantaggio. Il pubblico urlò, ma io non ero sicuro. Non c’ erano tabelloni elettrici, allora. Mi girai. l’ unico cronometro era alla partenza. Guardai le cifre, forse avevano sbagliato anno? Eravamo nel ‘ 79 non nel ‘ 72, mi vennero tutti addosso, ci fu una grande confusione, non riuscivo più a respirare». L’ Italia scoprì un altro Coppi. Veniva dal meridione, faticava come una bestia, ma in pista era resistente. Quel 19″72 aveva dentro scienzae dedizione. «Nessuno mi dava credito, quel primato sembrava destinato a cadere in fretta. È durato 17 anni. Dal ‘ 79 al ‘ 96. Al 19″66 di Michael Johnson. Ci credo nei numeri: corsi sulla stessa pista dove Tommie Smith nel ‘ 68 aveva stabilito il mondiale con 19′ ‘ 83. Undici stagioni prima.E migliorai quel tempo di 11 centesimi. Ero in forma, affrontavo tutti, battevo gli americani, che fisicamente erano il doppio di me. A Viareggio sui 200 Williams mi passò: avevo le sue ginocchia all’ altezza del mio mento. In California incontrai Muhammad Ali che per me è sempre Cassius Clay. Mi presentarono come l’ uomo più veloce del mondo. Lui mi squadrò sorpreso: “Ma tu sei bianco”. Sì, ma sono nero dentro”…
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